“Vedevo cosi chiaramente Gesù nei poveri e sofferenti che era come lo vedessi con gli occhi del corpo”.
(da “Un cuore di madre” autobiografia di Francesca Schervier)
Questa testimonianza di Madre Francesca ci commuove e ci affascina.
Avrebbe voluto diventare una monaca trappista, tanto forte era il richiamo di una scelta di vita radicale per servire il Signore. Dopo innumerevoli capitomboli e prove della vita, comprende invece che Dio la chiama a fondare una congregazione che si dedichi al servizio dei poveri.
Lei stessa racconta: “Mi alzai (dall’inginocchiatoio), piena di gioia e riconoscenza. Il fuoco dell’amore per il prossimo già bruciava nel mio cuore, ma da quel momento sentii un grande desiderio di cercare e amare il Signore nei poveri, negli infelici, negli ammalati. Spinta dalla Grazia mi offrii a Dio per l’umanità povera e sofferente”.
(da “Un cuore di madre” autobiografia di Francesca Schervier)
Dunque lo sguardo d‘amore di Madre Francesca si deve ad una scintilla divina, è frutto di Grazia, ma di una Grazia traboccante che tocca il cuore di ogni uomo. Anche il tuo, il mio.
In ognuno di noi Dio può accendere il fuoco di un grande amore per il prossimo, così da renderci pronti per cercare, amare, prenderci cura di ogni fratello e sorella e della nostra Casa Comune.
Sì, a ciascuno di noi Gesù desidera poter dire ‘ho avuto fame e mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere’ … ero nudo, carcerato, esiliato, vilipeso, abbandonato … e tu mi hai visto, riconosciuto, soccorso.
Quanti volti ci scorrono davanti, e quante volte possiamo testimoniare di essere stati noi stessi alla fine beneficati dai poveri!
Nella storia di Madre Francesca e delle Suore Francescane dei Poveri, accade poi, che non ci si fermi al primo, pronto soccorso. Ci si interroga, si mettono insieme le idee, le risorse, lo sgomento, l’indignazione.
Nascono scuole, ospedali, servizi … la carità si organizza. Si prende una nave e si va oltre oceano come ha fatto Madre Francesca, e come hanno fatto le sue figlie negli anni a venire, continuando a dare vita a tanti progetti sparsi, ancora oggi, nei vari continenti in Italia, Stati Uniti, Brasile, Senegal e Filippine.
Dono chiama dono e lo Spirito Santo in risposta ci arma di ardore, creatività, audacia, ingegno, perché possiamo agire non solo in risposta ad un bisogno urgente, ma collaborare con ogni uomo di buona volontà ad estirpare le radici delle disuguaglianze e costruire percorsi di pace.