
Le relazioni interpersonali determinano il modo in cui le persone appartenenti a un gruppo interagiscono tra loro per raggiungere un obiettivo comune.
È quindi importante e necessario coltivare le relazioni per lavorare con gli altri in pace. Nei nostri vari ministeri l’arte e l’estetica che si realizzano sono il frutto del modo di stare in comunione con le diverse persone.
Coltivare le relazioni per promuovere la comunicazione tra ragazze, genitori e collaboratori è importante, ma a volte la vita presenta situazioni per cui questi rapporti vengono interrotti. Questo ci spinge ad alzarci e andare incontro all’altra persona per ristabilire e rinnovare questo legame ferito, attraverso l’ascolto, il dialogo, il lasciar andare e il perdono.
Vi racconto la storia di Fatou Ba che è un’adolescente arrivata nella nostra residenza per studenti dai villaggi vicini e che è sostenuta dal progetto del Sostegno a distanza. Fatou Ba ha vissuto un cambiamento repentino e duro: un cambio di guardaroba, un cambio di acconciatura, una vita disciplinata da un programma ben strutturato, una vita ben diversa da quella che avrebbe vissuto al villaggio con i suoi coetanei. Si è trovata in un altro mondo e non riusciva ad adattarsi a questa nuova vita. In diverse occasioni è scappata.
Il suo comportamento non era in linea con le regole della residenza e questo incrinava i rapporti con i responsabili, i suoi coetanei e i suoi genitori. É’ rientrata a casa e, dopo aver parlato delle sue difficoltà ed essersi messa in ascolto, i rapporti con la sua famiglia sono stati ristabiliti. A poco a poco ha capito che, vivere alla residenza per gli studenti era un’opportunità per il suo benessere per assicurarle un futuro migliore e proteggerla in questo modo dal matrimonio precoce a cui sono invece sottoposte tutte le ragazze del suo villaggio.
Fatou Ba si è fidata della sua famiglia e di noi. E ancora una volta abbiamo sperimentato che quando la fiducia è al centro di una relazione, ci possono essere incomprensioni e tensioni, ma si può sempre dare e avere un’altra possibilità.
Sr Jacqueline Flavienne Sané, sfp
