
Siamo state invitate all’Opera della Provvidenza S. Antonio (O.P.S.A.), grande struttura che accoglie persone con disabilità e anziani, a presentare l’esperienza di Progetto Miriam ad una classe di 5° superiore, che si trovava lì per una settimana di esperienza di volontariato.
Una serata intensa: erano una ventina di studentesse e uno studente dell’Istituto Superiore Professionale di Piazzola sul Brenta, indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza sociale. Per introdurre alle problematiche della tratta di esseri umani abbiamo presentato un video in cui Joy, una ragazza nigeriana, racconta in modo diretto e crudo la sua storia, tutti i passaggi dolorosi della tratta, dall’inganno iniziale per farla partire, al viaggio attraverso il deserto, la violenza delle prigioni libiche, l’attraversamento del Mediterraneo, la prostituzione forzata in Italia ed infine la fuga e l’approdo in una casa di accoglienza. Qui ha ritrovato la sua dignità, libertà e ha compiuto un percorso verso l’autonomia e l’inclusione.
La classe ha ascoltato con molto interesse e dopo c'è stata una condivisione a piccoli gruppi. Abbiamo quindi presentato Progetto Miriam, la sua storia e la sua attualità, lasciando spazio per le domande o chiarimenti. Siamo state colpite dall’interesse dimostrato per queste realtà che la maggioranza non conosceva.
Ogni persona della classe ha poi scritto un post-it con una parola o un impegno posizionandolo al centro del cerchio intorno alla catena spezzata, segno della possibilità di agire per rompere le catene e combattere la piaga della tratta. Ecco alcuni dei loro post-it: contrastare l’indifferenza, sensibilizzare, diffondere quanto appreso, far conoscere Progetto Miriam, fare volontariato, non giudicare, attenzione alle persone in difficoltà, ascoltare, aiutare, aver coraggio e voglia di far del bene.
È una gioia constatare quanto le giovani generazioni siano sensibili alle problematiche umane e sociali e, se opportunamente stimolate, siano disponibili a portare il loro contributo. Dobbiamo farlo ancora!
