
Ci avviciniamo al Natale, simbolo di rinascita e di rinnovamento che ci chiede di accogliere Nuova Vita. Noi Suore Francescane dei Poveri lo facciamo approfondendo la Direzione del Capitolo «Fortificate dalla contemplazione ci alziamo con Maria per coltivare la pienezza della vita».
Guardiamo a noi, al nostro quotidiano, alla storia del nostro tempo sempre più carente di rispetto per la vita e ci chiediamo quale sia la chiave da recuperare.E la riflessione è questa: “Individuo” si nasce, “Persona” si diventa!
Questo è un percorso mai concluso che richiede la riconciliazione delle relazioni, dentro e fuori di noi, quale unificazione dell’essere nella sua dimensione umana e spirituale.
“Ri-nascere persona” ha, come ogni cosa nella vita umana, bisogno di tempo ed è la persona che può vivere e dire: posso prendermi cura.
L’incarnazione della Parola che celebriamo nel Natale è anche un invito a non banalizzare il significato delle parole: urge anche riconciliarsi con il linguaggio.
“Ri-nascere persona” ha, come ogni cosa nella vita umana, bisogno di tempo ed è la persona che può vivere e dire: posso prendermi cura.
L’incarnazione della Parola che celebriamo nel Natale è anche un invito a non banalizzare il significato delle parole: urge anche riconciliarsi con il linguaggio.
Questo dono, concesso all’essere umano, spesso si tramuta in oggetto di scontro più che di comunicazione, confronto e collaborazione. Il frequente ricorso a espressioni scortesi o volgari, al di là dell’arroganza, è indice di una povertà di termini significativi e interiorizzati con cui poter esprimere pensieri ed emozioni.
La persona “riconciliata” comunica serenamente, perché “farsi dono” attraverso la parola è un modo per servire, generare vita, trasmettere rispetto e riconoscimento della persona che ascolta e che fa sì che la sua anima possa vibrare nel cogliere, attraverso le parole, la partecipazione intima e la trasparenza della Verità che rende liberi. Papa Francesco parla spesso di cultura dell’incontro e della reciprocità dicendo anche che la vicinanza e la misericordia sono lo stile di Dio.
Guardiamo allora a Gesù, Bambino di Betlemme e “Signore Crocifisso, immerso fino in fondo nella nostra storia ferita e scopriamo il modo di fare di Dio. Vediamo che Lui non è rimasto lassù nei cieli, a guardarci dall’alto in basso, ma si è abbassato a lavarci i piedi. Dio è amore e l’amore è umile, non si innalza, ma scende verso il basso, come la pioggia che cade sulla terra e porta vita” (Papa Francesco, Angelus, 17 ottobre 2021).
Per andare nella stessa direzione del Verbo che prende la nostra carne, torniamo a RI-NASCERE facendo memoria del Battesimo, fonte della Vita Nuova che ci abilita a passare dalla mentalità mondana dell’emergere a quella cristiana dell’immergerci in Gesù.
Ogni giorno possiamo vivere il Natale perché l’Emmanuele, il Dio con noi, continua a venirci incontro offrendoci il perdono per una Vita più piena e duratura, curando le ferite che tutti portiamo dentro consentendo anche a di divenire portatori di guarigione, di perdono e vita nuova, affinché la martoriata famiglia umana possa tornare a RI-NASCERE.
Solleciti come Maria, ci avviamo, Pellegrini di Speranza, con Papa Francesco “verso il prossimo Giubileo che possa favorire la ricomposizione di un clima di speranza e fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”.
Sr Tina Ventimiglia, sfp
