
Abbiamo chiesto a Elena, una giovane volontaria di raccontarci la usa esperienza di volontariato e servizio a Raggi di Sole.
«Mi chiamo Elena e sono una scout di Roma. Il servizio è uno dei valori fondamentali del nostro movimento. Già da bambini, nel gergo scout, lupetti, impariamo ad aiutare gli altri e siamo chiamati a recitare la promessa: “Prometto con l’aiuto e l’esempio di Gesù di fare del mio meglio per migliorare me stesso, per aiutare gli altri, per osservare la legge del branco”; dopo qualche anno la promessa diventa “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout” .
Ecco perché mi sono chiesta: Cosa significa servire? Il Papa risponde con queste parole: “Servire significa accogliere la persona che arriva, con attenzione; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e comprensione, come Gesù si è chinato a lavare i piedi agli Apostoli”. Penso che è proprio questo che noi siamo chiamati a compiere, affinché si costruisca una comunità solidale e resiliente che viva proiettata verso l’amore per il prossimo.
Da quando ho recitato la mia prima promessa sono trascorsi quasi dodici anni e oggi, all’avvicinarsi dei miei diciannove anni, la sento più viva che mai.
Credo che, quando ci impegniamo nel servire gli altri e ci coinvolgiamo attivamente, avviamo una catena di reciprocità che va oltre il singolo individuo. Il servizio non è semplicemente un atto isolato, ma un impegno costante a mettere le risorse personali al servizio di un obiettivo comune.
Sono entrata al Centro diurno Raggi di Sole con l’obiettivo di mettermi al servizio di una realtà a me totalmente estranea. Pensavo di dover essere pronta a spendermi per il progetto reprimendo le mie emozioni per non far trapelare le mie insicurezze verso questo nuovo mondo a cui mi affacciavo. Invece, ho capito che quando siamo disposti ad imparare dagli altri, a condividere le nostre competenze e a lavorare insieme, le potenzialità diventano illimitate. Sento che i ragazzi del centro mi stanno dando molto più di quello che io posso offrire loro, senza neanche rendersene conto. E risiede proprio in questo la meraviglia del servire: la reciprocità nel servizio crea un circolo virtuoso di cui tutti beneficiano. Mentre ci doniamo agli altri, riceviamo in cambio un profondo senso di appartenenza, soddisfazione e connessione umana. Io mi coinvolgo nel servire per coinvolgere gli altri a fare lo stesso».
